Festival della Scienza Verona

24 Agosto 2019

QUATTRO DONNE E UN FESTIVAL (DELLA SCIENZA)

QUATTRO DONNE E UN FESTIVAL (DELLA SCIENZA)

LE MENTI DIETRO ALLA RASSEGNA DI PALAZZO ORTI MANARA

Dal 15 al 24 novembre arriverà a Verona il Festival della Scienza. Nove giorni ricchi di attività trasformeranno Palazzo Orti Manara in una sorta di museo temporaneo e le sue stanze si animeranno con mostre, laboratori, attività interattive e multimediali. Dietro tutto questo, la forza e la determinazione di quattro donne. Caterina Lorenzetti, ideatrice e manager del Festival, ci ha raccontato la loro storia.

A farle conoscere una serie di concomitanze, anche se sarebbe più corretto parlare di coincidenze (poco) fortuite. «Avevo da tempo il desiderio di portare su Verona il Festival della Scienza» ci racconta Caterina. «Ho incontrato, anche un po’ per caso, Francesca Tezza, Petra Grigoletti e Giulia Zanetti che fanno parte dell’Associazione “Scienza divertente”. In realtà non troppo per caso (ride, ndr). Sono andata ad indagare, volevo conoscerle. Ho rivelato loro la volontà di portare a Verona il Festival della Scienza, un festival che in Italia è presente a Genova ma è un format di successo in tante altre città del mondo». A fine maggio sul tavolo una pagina completamente bianca, una casa, quella di Francesca, trasformata in ufficio, quattro bambini e tre gatti ad accompagnare le giornate di lavoro. Dalla loro solo la volontà del presidente di Cerea Banca di valorizzare Palazzo Orti Manara, loro sede, pressoché sconosciuto alla città. Ora, in soli tre mesi, un Festival che vede coinvolti grandi enti e importanti società. Messo in piedi senza una solida struttura alle spalle, senza un nome che facesse da garante. Nega Caterina quando le chiediamo se l’essere donna le ha procurato delle difficoltà in più. «Anzi, forse le porte in faccia le ho ricevute più per la giovane età. L’essere donna mi ha aiutata nel tessere relazioni e creare partnership. L’essere donna, empatica, ha fatto la differenza. Mi presentavo solo con il nostro nome, con la mia persona». «Io vengo da un percorso dedicato all’arte – rivela Caterina – con una laurea in Beni Culturali. Ma amo profondamente la scienza in quanto materia più trasversale in assoluto. Anche l’arte è scienza, se ci si pensa». Trasversalità che sarà parola chiave dello stesso Festival: ci sarà posto per chiunque, tra le mura di Palazzo Orti Manara. Sarà un festival a portata di bambino, di ragazzo, di genitore, di studioso, di professore, ma perfetto anche per chi volesse distrarsi con un aperitivo spaziale. Niente limiti di età ed eventi gratuiti per chi è più in difficoltà. «Vorrei diventasse un punto fisso per la città, ma anche a livello nazionale e internazionale, arrivando magari a collegarlo con i “Science Festival” che ci sono nel mondo» conclude Caterina. L’esperimento è pronto, il laboratorio pure. Appuntamento al Festival per scoprire se è riuscito.

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